“L’UOMO E IL LEGNO


Per molti decenni attorno all’assunto di ridurre il cosmo a espressione di quel gioco di forze, di lotte violente tese alla sopravvivenza del più forte, si è sviluppato un sistema di pensiero che ha connotato anche la politica e l’economia. E’ difficile negare che il teatro della vita sia attraversato dalla predazione e che la morte sia spesso una lacerazione ineliminabile per far rifiorire nuova vita.

La Natura appare così come uno scenario dove prosperano gli “ egoismi”.

Da alcuni anni, però, la ricerca biologica ha aperto nuove prospettive ed una visione nuova si affianca a quella già consolidata. Con mia grande soddisfazione ho letto  sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Nature”, che, studiando ed analizzando organismi biologici come il lievito e le vespe, si è potuto constatare che in natura la cooperazione è possibile e in certi casi è la scelta migliore. Ci sono, insomma, delle comunità in cui l’altruismo è la regola; tutti finiscono  per guadagnare quello che hanno speso in termini di aiuto reciproco..

Musica per le mie orecchie, anche se da tempo sostengo che la cooperazione non debba essere solo una scelta conveniente, ma anche il frutto di una scelta consapevole e di una spiritualità emergente.

COOPERAZIONE  è una delle parole chiave su cui fondare la società del futuro ed in tal senso caratterizzare una delle espressioni più importanti della vita dell’uomo che è il lavoro.

“L’Uomo e il legno”, un binomio suggestivo, carico di tensione poetica, è la denominazione di una cooperativa arl nata nel 1995 e approdata da qualche anno a Scampia, in Viale della Resistenza (tel.081/5435924 e-mailcoopluomoeillegno@libero.it).

Nel curriculum della cooperativa si legge:”Lo scopo della cooperativa è quello di esaltare la centralità dell’Uomo nel lavoro e attraverso il lavoro attivare, sostenere e prevenire forme e situazioni mortificanti e lesive della dignità e del rispetto dell’Uomo, oltre che per favorirne l’integrazione sociale”.

A Daniele Santoro, giovane socio della cooperativa, chiediamo alcune informazioni personali.

Ho ventitre anni e la licenza di terza media. In seguito alla morte di mia mamma, l’assistente sociale mi mise in contatto con la cooperativa, utilizzando il progetto  del Comune di Napoli“Ragazzi Ancora” (legge 216). Per un certo tempo ho lavorato solo di mattina come apprendista e quando mi fu proposto di allungare la giornata lavorativa anche al pomeriggio io risposi “ Basta che mi date i soldi!”. Dopo cinque anni ho acquisito conoscenze e competenze ed ora sono un socio effettivo.

Come vivi questa esperienza lavorativa all’interno della cooperativa “l’Uomo e il legno”?

Senza esagerare per me è come una famiglia. Attualmente la cooperativa è formata dal Presidente Enzo Vanacore, una segretaria e sei operatori che svolgono tutte le varie mansioni senza specializzazioni particolari, cercando di aiutare quelli con minore esperienza; al mattino vengono dei ragazzi che frequentano un corso di formazione. Mangiamo insieme (c’è una cucina pienamente funzionante) e talvolta giochiamo anche al calcio insieme.

Quali sono i prodotti che realizzate? Come vi trovate a Scampia? Che rapporti avete con la coop.La Roccia presente nel Centro Hurtado? Quali le attese e le speranze?

Realizziamo mobili e tutti i prodotti tipici dell’artigianato del legno. Facciamo anche manutenzione e restauri. All’occorrenza siamo disponibili anche ad effettuare traslochi. Progettiamo e allestiamo mostre e negozi. Per me che vengo da Barra, Scampia è un po’ lontana, ma la struttura è spaziosa ed attrezzata (anche se alcuni tubi andrebbero riparati); abbiamo anche organizzato un piccolo orto. Per ora i rapporti con la gente sono buoni, all’insegna del rispetto reciproco e con quelli della Roccia ci siamo scambiati qualche favore, ma non abbiamo un rapporto sistematico.

Non mi dispiacerebbe guadagnare un po’ meglio, ma è anche molto importante migliorare la qualità della vita e del lavoro. Speriamo anche di avere le risorse per occupare altri giovani.

Avete mai pensato di specializzarvi in metodologie di lavoro “ecologicamente compatibili”? E magari  organizzare un ciclo completo che partendo dalla  raccolta di legno usato (pallets, mobili vecchi, cassette da frutta, potatura di alberi, imballaggi, residui di lavorazione ecc.) si possa arrivare fino alla produzione di “pannelli ecologici”?

Di questo è meglio che parli con Enzo…e mi spinge verso il grosso barbuto Presidente Vanacore che non si lascia sfuggire l’occasione.

In tutti i lavori di restauro già adesso usiamo solo prodotti ecologici ed entro la fine dell’anno saremo attrezzati per  usare esclusivamente vernici ecologiche in tutte le altre lavorazioni.

Siamo tra i pochi a smaltire i rifiuti differenziandoli ed affidandoli ad una ditta specializzata…..e ciò costa! Per quanto riguarda il ciclo completo dai rifiuti del legno ai pannelli ci abbiamo pensato, abbiamo discusso con la Regione Campania ed abbiamo contatti con una ditta bolognese. Attualmente il nostro Know how ci consentirebbe di arrivare fino alla fase della macinazione, d’altra parte per il completamento del ciclo ci vorrebbero discreti capitali iniziali oppure il coinvolgimento sul territorio di qualche operatore del settore. Intanto abbiamo intenzione di proporre alla Municipalità di avviare questo progetto di raccolta e macinazione……magari anche con l’aiuto della Legambiente!

Ho provato enorme piacere ritrovare Enzo Vanacore  a Scampia. Lo ricordo negli anni ottanta, quando faceva parte di un piccolo gruppo di giovani che si avvicinarono all’esperienza della Comunità del Cassano e a quella politico –culturale del Circolo “Le quattro giornate”. Allora sostenemmo la lotta dei disoccupati organizzati del Gruppo 01. Oggi le parole d’ordine e le persone di questo movimento mi convincono di meno, auspicherei, invece,  la nascita di una rete tra esperienze cooperativistiche per un approccio al lavoro meno individualistico e più creativo.

                                                                                   Aldo Bifulco

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